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Sul pomodorino del Camerun

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia del pomodoro del Camerun venduto a Pachino.
Un polverone che ha interessato la politica, con giuste prese di posizione da tutte le parti.
Il ministero ordina una ispezione e si scopre ciò che accade troppo spesso: la provenienza indicata è frutto di errore umano.
Ma questo "errore", che ripeto accade troppo spesso, è un errore, che mette fine a situazioni incresciose, o è un errore "camuffato"?
Troppe volte, infatti, l'errore suddetto viene ripetuto, e ciò è riprova che la tracciabilità "va a farsi benedire" ad ogni passaggio di merce da un operatore all'altro, anche perchè non ho mai trovato assieme alla indicazione della provenienza anche il "lotto" di provenienza, al fine di effettuare un controllo vero sulla tracciabilità.
E poi: ma allorquando un gigante, quale la GDO, acquista tonnellate e tonnellate di prodotto ... durante la manipolazione per la distribuzione nei vari punti vendita siamo sicuri dei vari passaggi nei frazionamenti degli stessi?

La "partita" si è chiusa con qualche sanzione per errata indicazione sulla provenienza, ma è il sistema della tracciabilità che non regge, e che è spesso "solo sulla carta".

Commenti

  1. Nei nostri supermercati arriva di tutto e da ogni dove, spesso merce venduta come di provenienza nazionale. Quando poi si riesce a capire l'acrobazia semantica della targhetta si capisce bene che di nazionale non ha nulla, forse il confezionamento. Non capisco come mai per questo ennesimo affronto all'agricoltura nazionale (il tema del post) si sia scomodato persino lo Stato Maggiore della politica..... Qualcuno sarà stato illuminato sulla via di Damasco??... mmh!.. Che sciocco che sono! Non ricordavo che siamo ad una manciata di giorni dalle votazioni.
    Non sò chi farà parte del prossimo Governo, mi auguro solamente che abbia un pò più di rispetto per la nostra intelligenza.

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